mercoledì 25 aprile 2007

oO°Parto°Oo

Potrei addirittura esserne contenta, se non fosse che ho il panico a salire sulla nave...perchè salita, di certo non posso scendere se sto male, non posso scappare, sono circondata dal mare. Il che ha qualcosa di terribimente romantico e pauroso. Dai, che ho le xamamina a portata di mano, forza e coraggio.Ah, Giuliana se leggerai mai questo post, vorrei dirti che ieri notte sono stata felice di vederti, mi mancavi. Mi hai detto che la roba sciupa, me l'hai detto dal nulla. Mi mancavi :°)
Grazie Giuliana, con un pò di fortuna, ce ne partiamo insieme.
Au revoir, gente!

giovedì 19 aprile 2007

A te, candido come la neve

Dimmi solo quando e perchè ci siamo persi, perchè hai detto di stimarmi così tanto da volermi mostrare qual'è il baratro in cui regni, il luogo dove tu riconosci di aver toccato il fondo. Spiegami il motivo per cui mi hai designata reginetta del tuo mondo. Solo io e te, solo io e solo tu potevamo capirci, placare l'ansia, frenare l'angoscia. Ma mi hai piantato una lama nella pancia guardandomi negli occhi e mi hai convinto che era giusto, che era il prezzo da pagare per essere l'Unica. E non c'è mai stato inganno nella tua bocca, realmente hai capito, e i miei e i tuoi occhi erano le stesse lagune livide. Ti guardo e vedo me, la paura, la velocità con cui eri, ero, disposta a cancellare. La stessa fuga, fuggendo e rimanendo qui, ad aspettare il minuto, l'istante in cui come con un forte respiro puoi bruciare tutto. La verità è che ci eravamo giocati il cervello, mi hai lasciato zero speranze. E quando tento di riprendermi, mi prendi così dolcemente, mi tiri la felpa, ti attacchi al braccio, mi riporti nel tuo spiraglio nero pece. Sei andato giù tu, ma non trascinarmi, fammi riprendere te ne prego, ho paura. Non possono capire, potevi tu, e per il ricordo mi aggrappo io stavolta. M'incanto al pensiero dei tuoi denti perfetti, quelle labbra sottili, quel naso fine ed elegante. Dici con gli occhi che hai vinto, di nuovo, che mi hai in pugno, che quando me ne vado poi ritorno a chiederti scusa, con l'angoscia che sembra solo tu possa placare, che tu sei fidato, che nelle tue mani almeno non devo avere paura del peggio. Allora mi abbandono e mi accascio, e tu reagisci sempre per me.

sabato 7 aprile 2007

Blanche


Bergson paragonava il tempo ad un gomitolo di filo. Il passato ne costituisce il nucleo portante, il presente è quello che noi vediamo in superficie. L'oggi si porta sempre dietro l'ieri e non può essere altrimenti. Ed io puntualmente, m' incazzo.
Questa legge dovrebbe valere per tutti o per nessuno. Mi domando perchè tutti riescono a romontare i pezzi, o a fare complete nuove costruzioni. A me pesa ancora tutto sulle spalle, incontro persone meravigliose e ho paura, sono incerta nelle decisioni, sobbalzo ogni volta che si alza la voce. E vedo che invece la vita, c'è chi se la rifà subito. Chi subito riesce a girare pagina e a scrivere con inchiostro nuovo. Io mi guardo allo specchio e vedo come riesco ad essere cattiva nei miei confronti quando sto male. Cambio faccia, cambio il modo di muovermi. Mi riconosco poco e niente, e le persone che mi sono vicine continuano a dirmi che sembra io sia malata. Faccio stare preoccupata la mia famiglia, che non lo merita assolutamente, riverso su di loro che sono davvero le sole persone che vogliono per me il meglio, anche se il loro ed il mio meglio è totalmente diverso... Sono preoccupata per la mia vulnerabilità, per le facili esaltazioni che vivo e per le altrettanti cadute. E' estenuante trovare in un'ora un'energia che ti farebbe spaccare tutto, sentire le gambe che fremono, sentire la voglia di rapire tutto e poi ricadere, ricadere ricadere in basso.