mercoledì 18 luglio 2007

Mal d'Africa

Penso sempre più spesso all'Africa, una sorta di nonsochè che mi spinge il cervello sempre lì. Sarà che le foto che ho comprato a due euro l'una, scattate da una ragazza in Kenia, ritraggono volti diversi. Ma quanto sono bianchi i denti e le unghia dei bambini africani? Com' è possibile avere occhi così lattei, così profondi? Se li guardi per tanto tempo, inizi a provare calore all'altezza delle spalle, vedi il sole che brucia e la polvere. E il loro sorriso squarcia il cielo. Pelle di cioccolato, narici dilatate al limite dell'immaginabile, piaghe della pelle per il sole, sole, sole, spalle larghe o spalle strette, gambe veloci, piedi fulminei. C'è un pezzetto dell'Africa che mi chiama, me lo sento. Non è stato un caso incontrare quella bancarella, quella ragazza, quella giornata. Reduce da lunghi mesi lì, pronta a ripartire. Datemi un anno per sistemare la mia vita, per concludere le mie cose. Voglio vedere quei bambini, voglio lavorare con loro, e mangiare niente come loro, e dormire con le mosche come loro, voglio sentire il peso del sole addosso, e voglio un sorriso enorme come il loro. Voglio braccia aperte come loro, colori ovunque, voglio lottare e costruire e sporcarmi e sporcarmi e sporcarmi di terra e sole. Datemi un anno, che provo anch'io a spedire la domanda. La ragazza dice che ho possibilità. E non l'ha detto solo per quell'agendina. Un mese, voglio provare cos'è vivere un mese così e poi voglio decidere come continuare. Voglio vedermi forgiata da un'esperienza simile e crescere.


Guardo i bambini d'Africa, hanno gli occhi nel ventre. La misura della disperazione dell'Africa è data da quei bambini che non piangono mai. Nessuno di noi, sfiorata quella disperazione, ha il diritto di vivere come se niente fosse.

sabato 14 luglio 2007

Samarcanda

Ridere, ridere, ridere ancora
Ora la guerra paura non fa
Brucian le divise dentro il fuoco la sera
Brucia nella gola, vino a sazietà
Musica di tamburelli fino all'aurora,
Il soldato che tutta la notte ballò
Vide fra la folla quella nera signora,
Vide che cercava lui e si spaventò....

"Salvami, salvami, grande sovrano,
Fammi fuggire, fuggire di qua,
Alla parata lei mi stava vicino
E mi guardava con malignità..."

"Dategli, dategli un animale
Figlio del lampo, degno d'un re
Presto, più presto, perchè possa scappare
Dategli la bestia più veloce che c'è..."

"Corri cavallo, corri, ti prego,
Fino a Samarcanda io ti guiderò
Non ti fermare, vola, ti prego,
Corri come il vento, che mi salverò..."

Oh oh, cavallo,
Oh oh, cavallo
Oh oh, cavallo
Oh oh, cavallo
Oh oh...
Fiumi, poi campi, poi l'alba era viola
Bianche le torri che infine toccò,
Ma c'era tra la folla quella nera signora
Stanco di fuggire, la sua testa girò..

"Eri tra la gente nella capitale
So che mi guardavi con malignità
Son scappato in mezzo ai grilli e alle cicale,
Son scappato via,ma ti ritrovo qua?!"

"Sbagli, t'inganni, ti sbagli, soldato,
Io non ti guardavo con malignità
Era solamente uno sguardo stupito,
Cosa ci facevi l'altro ieri là?
T'aspettavo qui, per oggi, a Samarcanda
Eri lontanissimo due giorni fa,
Ho temuto che per ascoltar la banda
Non facessi in tempo ad arrivare qua..."

"Non è poi così lontana Samarcanda,
Corri cavallo, corri di là,
Ho cantato insieme a te tutta la notte
Corri come il vento che ci arriverà..."
Oh oh, cavallo
Oh oh, cavallo
Oh oh, cavallo
Oh oh, cavallo
Oh oh...


Ebbene, questa canzone l'ho imparata da piccola e mi piaceva un sacco...poi mi venne raccontato un aneddoto per spiegarmela..."Un giorno un uomo seppe che il giorno dopo sarebbe morto, allora andò a casa e licenziò tutte le persone che lavoravano in casa sua, temendo che l'avrebbero ucciso. Il giorno dopo rimase a letto per evitare incidenti per strada etc etc, ma cadde un quadro e gli finì in testa. La morale? Quando devi morire, succede e basta non ci si può girare intorno"
Questo è un ricordo della mia infanzia, mi rimase molto impresso.

venerdì 13 luglio 2007






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