venerdì 9 marzo 2007

Il tempo tiranno...

Il caso vuole che ieri sera la mia casa, generalmente sovraffollata, rimanga vuota. Mamma e Papà verso le 20.00 mi comunicano "andiamo a festeggiare" e Tiziana, Alessia e Rossella dormono fuori, per festeggiare il compleanno della cuginetta. Mio fratello a Napoli dalla fidanzata e mia sorella a Milano, lavoro. Facendo un rapido calcolo quindi, di otto persone in casa ne rimane solo una, anche un pò sfigata. Io.
Mi ritrovo a cenare seduta sul letto, la prima cosa che trovo: un wrustel, e in sottofondo Hendrix mi tiene compagnia. Quando si è in queste condizioni, da 18enne alquanto esasperata dal mondo, si pensa parecchio. Mi sono chiesta se sono sola. E di conseguenza mi sono anche chiesta se essere soli esoneri per principio, dai rapporti materiali. E come conseguenza della conseguenza mi sono chiesta se è giusto essere soli.
Di certo sola, nel senso stretto della parola, non lo sono quasi mai. A scuola ci vado, e questo comporta di per sè uno stretto rapporto con altra gente. A casa, in uno sputo quadrato di casa in tanti di noi, non si è ciò che potrebbe essere definito "soli". E gli amici, conoscenti ne ho abbastanza. Fidàti, un pò meno di abbastanza, ma credo che nella vita generalemente funzioni così.
E allora perchè da sempre ho questa sensazione di non poter contare su nessuno, se non su me stessa? E perchè al contempo questa sensazione mi avvilisce ma mi fa sentire potente? La solitudine, credo sia questa. Essere circondati da tante persone che ami, che vuoi bene, che non sopporti, che odi...eppure sentirti sempre al di fuori di ogni questione, di ogni scelta. Personalmente, credo di averla scelta la solitudine al resto. E non significa che io sia un'asociale o che stia sempre a casa, tutt'altro. Ma generalmente ho sempre preferito sbrigarmela da sola, tanto per le cose materiali che per quelle morali. Alcuni dicono che la mia sia impermeabilità, non far filtrare alcunchè all'esterno. Se è positivo o negativo questo non lo so...ma sono dell'opinione che io sia la persona che mi conosce meglio, solo ed unicamente i miei consigli ed i miei giudizi mireranno alla mia serenità ed alla mia stabilità. Tutti gli altri, potranno aiutarti, darti una mano a rialzarti ma se la forza non sta nelle tue gambe, alla fine crolli nuovamente. Dicevo di sentirmi potente, e infatti mi sento tale. Mi sento tale quando riesco a parlare di un argomento che mi tocca punti molto sensibili, senza dare cenni di cedimento. Mi sento tale quando in una situazione riesco a gestire ogni singolo nervo del mio corpo. E non sarò mai additata come una persona che da sola non ce la fa. Io ce la faccio e come. Ce la faccio e come. Ce la faccio e come. Forse se lo ripeto tante volte, finirò col crederci.

Come scrive Pasolini "La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la solitudine, che è la mia debolezza".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

scritto da : Gaetano (Stroszek)

Ho la fortuna di passare molte ore della giornata con me stesso. Riempio queste ore con dei monologhi interiori, eppure ho degli amici, molti conoscenti, ma il momento "clou" della serata e quando mi ritrovo da solo in macchinae vago senza una meta, lascio che la mia ora notturna preferita (dalle 2 alle 3) trascorra nel profondo della notte quando tutti dormono e non c'è nessuno in strada. La mia ora notturna ha la durata di un disco, e in quell'ora, sono libero con la "Mia" musica. Altre volte decido di camminare solo per la città, ed è un lusso che puoi permetterti solo di notte e se sei uomo. Mi soffermo a guardare i lampioni e la luce che illumina i palazzi, e penso:"Quante persone sono sveglie? Quante persone sono sole? Quante persone stanno facendo l'amore?"
Però...
sono affetto dalla sindrome di File-sharing. Sento il bisogno di abbracciare una persona, come se abbracciandola scaricassi il mio affetto.

NanuWw ha detto...

non era proprio questa, la cosa che cercavo di dire, ma comunque è interessante che tu ti racconti così bene...certe volte quando le persone parlano così, mi sembrano film.
Baci Nanu
dopo troppi bicchieri di vino, un colloquio di lavoro andato bene, e un pò troppo entusiasmo nel sangue-