domenica 7 gennaio 2007

Che i morti riposino in pace


Un premier nervoso non aiuta l'Iraq, a mio parere.
C'è qualcosa di grottesco e tragico nel dibattito che ha accompagnato l'esecuzione di Saddam Hussein. A dare questa impronta di ipocrisia ci ha pensato il premier Nuri al-Maliki che ha seccamente affermato che la condanna a morte dell'ex-rais è una questione interna irachena e come tale riguarda solo gli iracheni, come conseguenza anche le minacce di rivedere le relazioni con i Paesi che hanno espresso critiche senza rispettare la volontà del popolo. Pensando alla volontà del popolo, però mi si presentano davanti anche le immagini e i filmati di gente che piangeva per la sorte del despota avvenuta per di più in un giorno santo. La volontà del popolo, dunque già non può essere intesa in maniera univoca.
Stesso venerdì il presidente dei Cairo (sunnita) Mubarak si era associato alle valutazioni negative, sostenendo che Saddam si è fatto un martire.
Dall'alto del suo isterismo Maliki ha poi difeso il processo ed annunciato che si continuerà ad applicare la giustizia contro coloro che hanno le mani macchiate del sangue degli innocenti.Naturalmente nelle sue parole "piene" di buoni sentimenti nessun accenno va agli insulti rivolti al condannato da alcuni testimoni, la cui presenza sul patibolo era ingiustificata.E' lecito ricordare al signor Maliki che l'ingresso del nuovo Iraq nel consesso degli Stati democratici passa anche dall'accettazione del libero (e civile) scambio di valutazioni tra cancellerie e del pubblico dibattito, fatto anche di dissensi.
In tutta questa vicenda, ci sono una serie di collegamenti da ricostruire.La contraddizione, scoperchiata da Maliki, di chi vuole usare il fantasma di Saddam per una battaglia politica o per una causa umanitaria. Non si può infatti tacere che la Costituzione e le istituzioni della Baghdad liberata dopo la dittatura sono sorte sotto la tutela Americana e salutate unanimamente come passo in avanti. E la pena di morte??Era iscritta senza sotterfugi. E nessuno fece sentire obiezioni.In ogni caso, salvare il despota dalla forca poteva essere alla fine un atto di intelligenza tattica, di opportunità politica.
E qui si torna, chiudendo il cerchio, alla responsabilità di Maliki, e degli sciiti desiderosi di vendetta.
Anche da morto il rais rimane, suo malgrado una...pietra dello scandalo... di tutti gli errori che pesano sulla piena rinascita dell'Iraq.


3 commenti:

mugnolo ha detto...

Stamattina ho sentito un telegiornale: "il presidente dell'iraq non ha gradito le intromissioni sulla condanna di Saddam"... certamente son grosse intromissioni mica come i migliai di soldati che presidiao il paese... ;-)

Anonimo ha detto...

...Nanu,complimenti...
continua a scrivere ke sei davvero brava...oltre ke carina...ed oggi giorno scrittrici carine nn se ne trovano...! ahuahushuhuashuashu :D:D:D:D:D ..cmq sul serio mi piace come la pensi...
Sinceri saluti,il tuo compagno di lotte e manifestazioni - Danny -
:*:*

NanuWw ha detto...

Eh pare se la sia presa molto di più per questa cosa, sputacchiava, frasi disconnesse, ma l'avete visto? era proprio come una donna in menopausa, ed isterico!

Ah Danì Grazie per i complimenti :D
Nanunà la manifestante!